Acne e cibo: un legame sempre più chiaro

L’acne è una patologia molto diffusa nei Paesi occidentali, soprattutto tra gli adolescenti e i giovani adulti.

L’acne può avere un notevole impatto sulla qualità della vita di chi ne è affetto e il suo trattamento è essenziale per migliorarne le manifestazioni e per ridurre la probabilità di esiti cicatriziali e discromici persistenti.

L’acne è una patologia caratterizzata da lesioni polimorfe: pelle grassa (seborrea), punti neri (comedoni aperi), punti bianchi (comedoni chiusi), foruncoli, noduli, cisti, esiti pigmentari e cicatrici sono spesso compresenti in varia proporzione nei Pazienti affetti da acne.

*I risultati possono variare da Paziente a Paziente

Le terapie per l’acne sono svariate e la loro scelta dipende dal tipo di lesioni prevalenti, dalle caratteristiche del Paziente e dalla stagione dell’anno: esistono terapie cosmetiche e farmacologiche locali e terapie farmacologiche da assumere per bocca. Un ruolo innovativo riveste ad oggi la terapia fotodinamica, terapia priva di farmaci sistemici, ma in grado di trattare efficacemente anche forme severe di acne*.

Il ruolo della dieta nell’acne è dibattuto da tempo: tra l’800 e i primi del ‘900 la prescrizione di una terapia dietetica era comune nella cura dell’acne; l’importanza dell’alimentazione nell’acne negli anni ’60 è stata in buona parte dimenticata e solo recentemente nuovi studi ne hanno dimostrato le basi scientifiche*.

Da sempre molti Pazienti riferiscono una influenza della dieta sull’andamento della propria acne, in particolare per quanto riguarda il consumo di dolciumi, ciccolato, merendine e salumi.

Alcuni studi epidemiologici hanno dimostrato che l’acne non esiste in popolazioni come quelle di etnia Kitavan in Papua Nuova Guinea, nei cacciatori di etnia Ache in Paraguay, negli Inuit e in alcune popolazioni rurali del Brasile. Inoltre, un aumento della prevalenza dell’acne è stata dimostrata in indiviudi appartenenti a tali etnie (in particolare Inuit) una volta abbandonata la loro dieta tipica e adottata una dieta di tipo occidentale.

Ora alcuni studi (tra cui alcuni studi randomizzati e controllati) hanno mostrato che una dieta con un alto indice e carico glicemico porta ad un peggioramento dell’acne. E’ stato inoltre dimostrato in altri studi un rapporto tra frequente consumo di latte (in particolare scremato) e la severità dell’acne, sebbene tali oservazioni non siano ancora conclusive. Ulteriori studi, anch’essi non conclusivi, mostrano inoltre un possibile ruolo peggiorativo sull’acne da parte dei grassi saturi e dei trans-acidi grassi (molti dei quali prodotti industrialmente)*.

Sulla base di tali studi, attualmente una dieta a basso indice e carico glicemico deve essere raccomandata ai Pazienti affetti da acne, mentre le evidenze non sono ancora sufficienti per raccomandare una dieta priva o povera di latte e latticini e di grassi saturi e trans-acidi grassi, sebbene ciò potrebbe costituire per alcuni Pazienti con ulteriori fattori di rischio per la salute una scelta ragionevole*.

Quali alimenti sono quindi da ridurre nella dieta dei Pazienti affetti da acne?

Lo zucchero, i dolciumi, le bevande zuccherate, pasta, pizza, pane, cereali in fiocchi (soprattutto se non integrali); latte (soprattutto scremato), gelati, yogurt, burro, formaggi; creme, patatine fritte, cibo da fast food.

E’ importante sotolineare come una dieta corretta costituisca un completamento delle altre terapie esistenti per l’acne, che continuano a rivestire un ruolo primario e fondamentale per la salute dei Pazienti affetti da tale patologia, tuttavia il ruolo del cibo oggi può e deve senza dubbio essere tenuto in conto nella cura dell’acne, al fine di ottimizzare la gestione di tale malattia e le possibilità di guarigione dei Pazienti*.

Acne e cibo sono collegati.

Presso lo Studio Medico Serini è possibile ricevere una valutazione attenta e completa per tutti i tipi di acne e ricevere le terapie più indicate e personalizzate per il singolo caso*.

Studio Medico Serini – dermatologo acne

* NOTA BENE: terapie e risultati descritti possono variare da Paziente a Paziente

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